Trascorrere qualche giorno a Venezia, non in albergo ma in una casa, vivere al ritmo dei suoi abitanti, dà una dimensione “altra” ad una vacanza nella Serenissima.
Non ci sono parole per descrivere le emozioni che questa città regala. Il “che bello!”, infatti, non appena pronunciato, suona banale, derisorio, ovvio. Allora, meglio tacere e lasciare implodere le infinite emozioni…
La verità è che bisognerebbe inventare un nuovo vocabolario per Venezia, o forse sapersi esprimere attraverso altri mezzi: musica, pittura…
E chissà perché, quale sia il tempo e la stagione, questa città procura sempre una sottile malinconia (forse nostalgia?) di cui non si trova la ragione: che sia di un paradiso perduto o di un amore impossibile? Chissà…
I veneziani è gente alla mano, lo scambio di battute per strada tra sconsosciuti per un qualunque motivo accade facilmente. A mezzogiorno oppure alle sette è piacevole prendere un aperitivo e “cicchettare” ovvero spiluccare una delle tantissime specialità che questa terra offre: baccalà mantecato, polpettine di carne, schie fritte con polenta….All’aciugheta è ottima proprio per l’aperitivo ed il topolino ovvero un piccolo panino morbido con dentro acciughe subimi, da accompagnare ad un calice di prosecco o ad uno spritz. E poi cicchettando e bevendo, bevendo e cicchettando si fanno le 11 di sera e a quel punto…hai cenato. D’estate il plateatico permette di approfittare delle tiepide serate veneziane fino a tardi…(All’aciugheta, Campo S Filippo e Giacomo – Castello 4357 -Aperto tutta la settimana)
Se invece avete voglia di farvi un tramezzino, ma anche un’ottima sfogliata alla crema, Rosa Salva è l’indirizzo che fa per voi. I tramezzini sono eccellenti, la maionese aerea, i gamberetti di qualità. Molto buoni anche i cappucci e la possibilità di sfoglie di verdure da asporto.
Quanto a ristoranti mi ha lasciato molto perplessa la tanto decantata Fiaschetteria Toscana: decisamente cara (il prezzo di una cena in una brasserie parigina di altissimo bordo) per una materia prima che non è sempre al top: come nell’antipasto di crudi che prevede sì un’ottima tartare di tonno e un ottimo carpaccio di branzino, ma uno scampo piccoletto e non di prima freschezza e per di più ancora con il budellino…Quanto alla frittura “serenissima” dal modico prezzo di 25€, era certo riuscita ma conteneva uno scampo e non scampi, come c’era stato detto e la porzione era decisamente scarsa. Il vino, un Castellada Collio Ribolla Gialla 2006, consigliato per non dire caldeggiato dal sommelier della maison non ci azzeccava né con il fritto né con i crudi di pesce. 178€ in due per due bicchieri di Franciacorta, due crudi di pesce come antipasto, due secondi, un’insalata e due dolci (buoni certo, ma piuttosto casalinghi nella fattura e nella texture) sono decisamente tanti, troppi. (Fiaschetteria Toscana, Salizada San Giovanni Crisostomo – Cannareggio 5719 – Chiuso martedi e mercoledì mattina)
17 gennaio 2011 alle 07:24
concordo sul fatto che soggiornare in una casa e non nel solito albergo sia molto più coinvolgente, l’ho fatto ed è stata un’ottima esperienza….Ultimamente ho fatto due reportage su Venezia, anche con la neve, si ti va passa a trovarmi, buona settimana Lucia….
17 gennaio 2011 alle 08:36
@Chiara: buona settimana a te, passo a trovarti!
17 gennaio 2011 alle 21:23
Breve ma incisiva descrizione della venezianità! 😉
Meno male che c’è ancora qualcuno che ha voglia di scoprire la Venezia dei veneziani oltre a quella dei turisti…
18 gennaio 2011 alle 08:44
@walter: voglia di scoprire? Altroché! e non è finita qui, garantito 😉
18 gennaio 2011 alle 15:17
E poi quell’accento così musicale e leggero del dialetto Veneziano, che mi piace tanto…mi sembra di sentirlo mentre guardo le tue belle foto. Mi ha fatto piacere leggere questo breve reportage. In linea di massima non ho una gran passione per questo genere ma quando la penna è di classe…
20 gennaio 2011 alle 09:09
@Marilì: vedo solo ora il tuo commento che per ragioni insondabili era finito nella spam! Ti ringrazio dei tuoi complimenti, molto graditi 🙂