Photo by Lucia Pantaleoni
Come raccontarvi il mio incontro con il bucatino Setaro mantenendo il senno…? E’ accaduto l’altra sera, con un’amatriciana, quella di Aldo Fabrizi… Non che fossi novizia a questa marca : anni fa, infatti, curiosando nel reparto dei prodotti italiani dei grandi magazzini Lafayette (Lafayette Gourmet, per la precisione) ero stata prima attratta da una confezione di bavette di questa marca: lucide, grossettine, tentanti e trafilate al bronzo; poi fulminata sulla via di Damasco (e di questa fulminazione conservo ancora qualche traccia, come potete constatare), le avevo accomodate con un sugo alle vongole che aderiva molto bene alla pasta: bello spessore, toste al punto giusto…
Photo by Lucia Pantaleoni
Il tempo era passato e non avevo sperimentato altri formati. “Toh abbiamo i bucatini della Setaro!” , esclamo l’altra sera mentre prendo il bel pacchetto bianco e blu dalla dispensa-kaos-primigenio della mia cucina.
Ah che sodalizio, ragazzi miei, che sodalizio! Personalmente non sono un’amante del bucatino, in genere: lo trovo troppo ingombrante e scivoloso. In questi di Setaro, invece, la salsa si “avvinghiava come l’edera” e la sua giusta corposità, la sua tosta morbidezza si alternava a meraviglia con il croccante del guanciale. (Come sempre, il gusto, a parer mio, è anche un fatto di texture ovvero di consistenze diverse. Maestri in questo, sono i pasticceri francesi che all’interno di uno stesso dolce riescono ad alternare una mousse aerea a un croccatino tanto sottile quanto inatteso – e forse anche per questo- ancor più piacevole.)
Credo che gli mmh! che sono volati nel corso della nostra degustazione siano giunti, con il profumo della salsa, fino alle orecchie dei nostri invidiosissimi vicini e forse anche fino a quelle del Sig. Setaro 🙂
Setaro è uno degli ultimi pastifici artigianali esistenti in italia. La semola di grandio duro viene mescolata con acqua, e fatta essicare non in forni industriali ma in stanze aerate. Sulla confezione, non c’è un tempo di cottura, che a parità di formato varia di pacchetto in pacchetto.
Dopo quest’ultima considerazione tecnica vi lascio con al ricetta di Aldo Fabrizi…
“La matriciana mia” di Aldo Fabrizi
Soffriggete in padella staggionata,
cipolla, ojo, zenzero infocato,
mezz’etto de guanciale affumicato
e mezzo de pancetta arotolata.
Ar punto che ’sta robba è rosolata,
schizzatela d’aceto profumato
e a fiamma viva, quanno è svaporato,
mettete la conserva concentrata.
Appresso er dado che jè dà sapore,
li pommidori freschi San Marzano,
co’ un ciuffo de basilico pe’ odore.
E ammalappena er sugo fa l’occhietti,
assieme a pecorino e parmigiano,
conditece de prescia li spaghetti.
8 febbraio 2010 alle 13:46
Ecco che cosa era quel profumo che sentivo!!!!
8 febbraio 2010 alle 13:50
@Aurimaga: ahahahaha Fino a Li?! Beh, a ben pensarci se sono arrivati fino al sig setaro che sta a quasi 2000 km da qui… 😀
8 febbraio 2010 alle 14:08
conosco molto bene questa marca di pasta! E’ buonissima, secondo me la migliore in assoluto!
8 febbraio 2010 alle 14:11
@alem: anche la Cocco non è affatto male, ancorché io non abbia mai provato il su bucatino….
8 febbraio 2010 alle 14:28
Lucia, mi hanno rergalato una confezione di pasta candela. sono sicura chye hai ben presente qual’è.
Come la cucino? hai qualche ricetta da suggeririmi, perchè su internet non ho trovato granchè…
Puoi mandarmi le ricetet via e-mail.
ciao e grazie
Isabel
8 febbraio 2010 alle 14:39
@isabel: credo tu intenda le zite, vero? Se è cosi guarda la tua mai 😉
8 febbraio 2010 alle 20:04
che bboni !!
9 febbraio 2010 alle 08:13
@carola: eh si!! 🙂
9 febbraio 2010 alle 09:44
No non sono ziti o zite, ma sono pennoni lunghissimi chiamati appunto candele.
Chi me le ha regalate dice che le ha mangiate ripiene di ricotta e con un sugo di pesce.
Non so…
9 febbraio 2010 alle 10:04
@isabel, mi spiace non li conosco… 😦
11 febbraio 2010 alle 11:28
Ma qui si parla di Setaro..mio vicino di casa…!
Io sono di Pompei, il pastificio è a Torre Annunziata…ed ho il privilegio di poter andare spesso direttamente in azienda a prendere pacchi di pasta (e risparmiando anche qualcosina).
Anche se potrebbe essere venduto ,almeno nella mia zona, anche nei comuni market..per Setaro non è così..qui si trova in gastronomie d’élite, e non è un prodotto capito da tutti!
Ti ringrazio per lo spazio che gli hai dato, i buoni prodotti italiani, rimangono in vita grazie a noi che riusciamo a capirne il valore.
Sempre in tema di pasta, oltre l’antica tradizione di Setaro, ti consiglio di provare anche la pasta di Gragnano, un altro paese sempre in provincia di Napoli che mantiene, insieme a Torre Annunziata, una secolare tradizione di maestri pastai!
Un saluto caloroso
Urania
11 febbraio 2010 alle 13:28
@Urania, conosco anche la pasta di Gragnano, veramente speciale. Anche nel resto d’italia (e all’estero) trovi questa marca nelle gestronomie. A parigi, poi, è a prezzi proibitivi! Si “viaggia” intorno agli 8 euro al chilo! 🙂
11 febbraio 2010 alle 15:59
love this photo, dear. x shayma
11 febbraio 2010 alle 16:44
@shylma: many thanks. Did you solve your problem with composing photos?
15 febbraio 2010 alle 12:05
Ah costa poco insomma… ahahahah!
Si infatti mi è capitato di trovarla a Monza, Bologna..ed altre città… Da me, dove invece potrei trovarla ovunque data la vicinanza dell’azienda, mi ritrovo a vederla negli scaffali di poche gastronomie!
Continuo a seguire sempre con piacere il tuo blog, continua così.
Saluti
Urania
15 febbraio 2010 alle 12:17
@urania: sìcosta na bazzecola 🙂
Grazie mille Urania!
7 novembre 2010 alle 12:46
volevo sapere dove si puo’ trovare a Bologna la pasta Setaro.Grazie
7 novembre 2010 alle 14:25
@vincenzo: io purtroppo non lo so. Credo che la miglior cosa da darsi è scrivere al sito della setaro! http://www.setaro.it/